Per Mario Plebani, direttore del laboratorio di analisi dell’Azienda Ospedale/Università di Padova, “hanno la stessa accuratezza diagnostica dei tamponi molecolari nasofaringei” con il vantaggio che “sono facili da fare, soprattutto ai bambini, e funzionano bene in ambiti ben circoscritti, le scuole sono un esempio, ma anche Rsa e carceri”
La saliva è auto-raccolta tramite una provetta che contiene un batuffolo di cotone che viene masticato per almeno un minuto al mattino prima di far colazione. Il test salivare molecolare, per i bambini, può risultare molto più efficace rispetto al tampone nasofaringeo (procedura notoriamente più invasiva). Inoltre, “la strumentazione idonea all’analisi della saliva è presente in moltissimi laboratori”, con questa tecnica “togliamo di mezzo la fase iniziale con i tamponi nasofaringei, che costringono a fare le code, e costringono il personale sanitario a bardature complesse – non solo, continua il professor Plebani – si possono stabilire dei punti di raccolta, facili, magari proprio nelle scuole o nelle farmacie”, saranno poi gli addetti dei laboratori ad andare a prelevarli. La dinamica, rispetto al tampone classico, almeno per le scuole, potrebbe avere un impatto significativo “i test salivari applicati su strumentazioni di laboratorio che hanno performance di 100 test all’ora, – conclude il Direttore del laboratorio di Unipd – possono permettere una sorveglianza attiva, e far partire tempestivamente il contact tracing”.
Questa sperimentazione ha portato alla pubblicazione dello studio “Saliva-based molecular testing for active control of sars-cov-2 infection” sulla rivista dell’International Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, organizzazione mondiale che promuove l’eccellenza nella medicina di laboratorio per una migliore assistenza sanitaria a livello internazionale. Lo studio ha dimostrato come la saliva auto-raccolta permetta di superare il collo di bottiglia legato alla raccolta di campione nasofaringeo, mantenendo l’affidabilità diagnostica. Il programma basato sull’auto-raccolta di campioni salivari e test molecolare si è rivelato uno strumento accurato, ben accettato ed efficace per la diagnosi precoce del virus in soggetti asintomatici, che, assieme all’immediato tracciamento e contenimento dei contatti, ha evitato un’ulteriore diffusione di virus nella comunità universitaria di Padova, creando così un’isola protetta estendibile, da subito, ad altri contesti e comunità sensibili.